I media parlano di “overtourism” (eccesso di turismo) come se questo derivasse dal concetto di viaggio (anche se ne costituisce soltanto una piccola parte). Ma non è vero. L’overtourism è un fenomeno del tutto insostenibile e dovremmo occuparcene. Purtroppo le risposte politiche, a volte, sono irragionevoli, così come lo è il problema che dovrebbero risolvere.
L’overtourism non è dovuto all’ecoturismo. I principi che spingono le persone ad aumentare i ricavi del turismo a qualsiasi costo sono l’esatto opposto. L’overtourism -che nella sua forma più semplice è turismo che danneggia le comunità attraverso l’uso eccessivo o la distruzione delle risorse a causa del sovraffollamento- deriva da una mancanza di preoccupazione per la salute e il benessere della comunità di destinazione e tiene conto solo del privilegio di un turista anziché considerare la possibilità di una partnership tra il turista e le comunità di una destinazione.
Questo fenomeno colpisce particolarmente i Paesi in via di sviluppo. Le popolazioni locali sono spinte fuori dalle loro case e non ricevono neanche i benefici dei guadagni. Gli habitat della fauna selvatica vengono sfruttati o compromessi per far posto alle costruzioni che sono sempre più numerose e ciò porta alla distruzione delle comunità locali.
L’ecoturismo può essere -se ben implementato- l’alternativa ottimale a questa crisi, in quanto deriva da politiche turistiche attentamente pianificate e sviluppate in collaborazione con le comunità locali, le popolazioni indigene, gli ambientalisti e gli esperti. E’ in grado di preservare l’ambiente e tutelare le risorse naturali, favorendo le comunità.
Fonte: The International Ecotourism Society
Foto: Tessa Gelisio
69373-000 – RR, Brasil
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